Riti funebri nel mondo
Indice:
- Riti funebri nelle varie religioni
- Le usanze funebri italiane
- Usanze funebri cinesi
- Riti funebri africani
- Usanze funebri buddiste
La scomparsa di una persona da sempre è stato un momento particolare per rendere omaggio a chi ci è stato caro, sia parente sia amico. L’insieme dei rituali funebri che accompagnano il feretro verso la sua ultima dimora si è evoluto nel corso dei secoli, per effetto del passaggio da forme sociali semplici a modelli più organizzati e complessi, in cui le religioni hanno saputo dare una risposta a cosa succede dopo la morte.
Riti funebri nelle varie religioni
Ciò che accomuna le maggiori religioni è la consapevolezza che con la morte non si ha una fine, ma l’anima del defunto passa a un’altra dimensione.
Le religioni, quindi, hanno offerto la risposta a cosa ci attende dopo la morte. Il rito funebre ha assunto, grazie alle religioni, una maggiore importanza. Infatti l’insieme dei singoli riti della veglia e delle esequie hanno lo scopo di agevolare il viaggio dell’anima verso la sua meta, occupandosi anche di alleviare il dolore della perdita ai parenti.
Nel rito funebre cattolico, che conosciamo meglio, si hanno diversi passaggi come:
- la benedizione del defunto;
- la messa funebre;
- l’inumazione in terra consacrata.
L’insieme di questi singoli riti aiuta l’anima a raggiungere il paradiso, soprattutto se accompagnata da preghiere e messe di suffragio dei famigliari. I riti funebri delle altre religioni ovviamente divergono da questo schema, adottando comportamenti diversi in funzione del proprio credo, ma conservando l’attenzione all’anima del defunto.
Le usanze funebri italiane
In Italia, per esempio, vi sono usanze funebri che variano a livello regionale, anche se rispetto al passato le diversità tra le usanze funebri italiane si sono attenuate.
Al sud, fino a non molti anni fa, tra le tradizioni funebri si ricordano le donne pagate per piangere il morto, eredi dell’antichissima tradizione delle prefiche romane. Quest’usanza è sopravvissuta per oltre mille anni nella cultura locale, accompagnata dal massimo rispetto e considerazione verso queste donne.
A Napoli, tra le usanze funebri napoletane, è sopravvissuto il rito di portare zucchero e caffè a casa dei parenti del defunto, rito consolatorio che ha un profondo significato di rispetto verso chi subisce la perdita della persona cara. Così anche il trasporto funebre assumeva una propria importanza. Prima dell’avvento delle auto funebri, l’ultimo viaggio avveniva con un carro funebre trainato da cavalli, e il numero delle coppie di cavalli misurava l’importanza del defunto da mostrare ai passanti.
In Sicilia le usanze funebri siciliane prevedevano anche un periodo che durava qualche giorno dopo il funerale, durante il quale parenti e amici dello scomparso si recavano a casa dei dolenti a porgere le condoglianze: “u visitu”. La visita avveniva nella casa con porte e finestre semi chiuse, e le stanze erano illuminate da uno spiraglio di luce. In quest’atmosfera i parenti più stretti vestiti a lutto ricevevano le persone raccontando a più riprese com’era avvenuta la scomparsa. Un rituale pesante da sopportare per chi era affranto dalla scomparsa, al punto che piano piano iniziarono a comparire sui manifesti funebri frasi come “si dispensa dalle visite”, o questa richiesta veniva demandata al sacerdote durante la celebrazione della messa funebre. In questo modo si poteva ovviare a questo doloroso rituale.
Usanze funebri cinesi
La Cina è un grande paese in cui convivono diverse etnie con proprie tradizioni e fede diverse.
In passato l’inumazione era la pratica più diffusa nel paese. Questa veniva preceduta da un funerale sfarzoso a testimonianza dell’importanza della famiglia del defunto e non c’era un luogo deputato a ricevere le spoglie, così le tombe erano collocate un po’ ovunque: in un campo, accanto a un albero o vicino a un fiume.
Con l’avvento della rivoluzione culturale ci si accorse che questa libertà nell’inumare i defunti sottraeva terra coltivabile, arrecando conseguenze negative per lo sviluppo dell’agricoltura e dell’economia. Così si mise in atto una serie d’iniziative volte a favorire la pratica della cremazione, più sostenibile per l’ambiente, riappropriandosi nello stesso tempo dei terreni, arrivando a eliminare più di cento milioni di vecchie tombe erette ovunque: nei campi o lungo le strade.
Per le usanze funebri cinesi il bianco è il colore del lutto e variano nelle diverse zone della Cina. A differenza del mondo occidentale che ostenta il dolore, le cerimonie funebri cinesi non sono lugubri.
Sulla casa del defunto si appendono fogli di carta bianca, mentre sulle case dei vicini si appendono dei fogli di carta rossa, lutto quindi in casa dell’estinto e auguri per lo scomparso da parte dei vicini affinché la sua anima possa essere felice.
Durante il funerale vengono fatti esplodere dei fuochi d’artificio, rigorosamente in numero dispari, al fine di allontanare gli spiriti maligni. Al termine della cerimonia i parenti bruciano fogli di carta per aiutare l’anima del defunto nel suo nuovo viaggio, cui segue il lavaggio delle mani, a testimonianza che tutto ciò che hanno fatto per il benessere del defunto è terminato.
Alcune varianti nei riti funerari cinesi si possono trovare nel sud della Cina, dove per la cerimonia si sacrifica un bufalo, o nella parte orientale dove il compito di allontanare gli spiriti maligni viene svolto da aquiloni al posto dei fuochi di artificio.
Riti funebri africani
Spostandoci nel continente africano la morte assume un diverso significato, perché è considerata in stretta unione con la vita. Per questo durante i funerali africani insieme al dolore è presente anche la gioia di poter presenziare a riti che mettono in contatto con le anime defunte.
I riti funebri variano secondo i luoghi, le usanze locali e le religioni.
I riti funebri nigeriani consentono di inserire nella cassa alcuni oggetti che serviranno al defunto durante il viaggio verso il regno dei morti. La veglia dura alcuni giorni, durante i quali parenti e amici rendono l’ultimo saluto al defunto.
Il corteo funebre viene seguito da molte persone che accompagnano il feretro cantando e ballando durante il percorso e la sepoltura avviene preferibilmente entro la proprietà del defunto o di un figlio, in casa o in un terreno attiguo.
Il lutto dura diversi mesi, e se a morire è un uomo sposato, la moglie dovrà portare il lutto per un anno, astenendosi per tutto questo periodo dall’avere rapporti sessuali.
Il canto e il ballo sono caratteristiche comuni dei riti funebri africani, e in alcuni casi i balli sono vere e proprie danze estatiche, con conseguente perdita totale del proprio controllo da parte dell’esecutore, rendendo l’idea di essere posseduto dagli spiriti.
Un’importante funzione del ballo, oltre che a rendere omaggio al defunto, è di essere un tramite per comunicare con l’aldilà, oltre che a lenire il dolore dei parenti stretti e costruire legami tra i partecipanti ai riti funebri.
Usanze funebri buddiste
Appena avviene il decesso lo spirito, secondo il buddismo, rimane ancora nel corpo del defunto per due o tre giorni prima di abbandonare la dimensione terrena. Durante questo periodo la salma deve essere lasciata da sola, per non disturbare lo spirito del defunto.
Nella stanza in cui riposa il defunto vengono accesi ceri e si brucia incenso, e, prima di procedere alla vestizione, l’addetto sfiora delicatamente la testa del defunto. Si procede quindi alla vestizione, che in Giappone viene eseguita con il tipico indumento dei pellegrini del diciassettesimo secolo, di colore bianco.
La salma viene quindi sistemata in posizione fetale, come in alcune raffigurazioni del Buddha dormiente. Dopo la vestizione e la sistemazione della salma, un monaco presenzia la veglia funebre, che si protrae per tutta la notte, accompagnandola con preghiere e invocazioni.
Il corpo viene quindi sistemato all’interno di una cassa di legno, in cui si colloca anche una coroncina di 108 perline, ossia il numero dei Mantra.
Durante la cerimonia funebre si brucia incenso e una foto dello scomparso viene deposta su un piccolo altare, dinanzi al quale i presenti s’inchinano in segno di rispetto. Un colpo di gong segnala la fine della cerimonia funebre e il celebrante rivolge al defunto l’ultima benedizione.
Al termine della cerimonia funebre non viene rilasciata ai partecipanti una foto del defunto, ma, come ricordo, si consegna agli intervenuti un libro con gli insegnamenti del Buddha.
Il rito funebre prevede a questo punto la cremazione del corpo, e le ceneri sono raccolte in un’urna che sarà poi collocata all’interno di cappelle funerarie a forma di piramide. In Giappone è consentito ai parenti di estrarre dalle ceneri frammenti di ossa che saranno poi custoditi nelle proprie case a ricordo del defunto.
In alcune zone del Tibet al posto della cremazione si esegue il “funerale celeste“, in cui il corpo viene smembrato e lasciato sugli altopiani o su rocce, dove sarà decomposto dagli agenti atmosferici o preda degli animali.